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Merlo acquaiolo sull'Isonzo

MERLOA LIVIO

Foto Livio Loewenthal

Un esempio di "migrazione verticale"

Circa due settimane fa durante una camminata sul greto del fiume Isonzo, assieme al mio cane, ho raggiunto una zona dove il corso d'acqua si restringeva e, sui bianchi rami e tronchi trasportati dalla corrente, ho notato una sagoma familiare illuminata dal sole.

La macchia bianca sul petto e l'atteggiamento "indaffarato" mi hanno tolto ogni dubbio. Si trattava di un esemplare di merlo acquaiolo (Cinclus cinclus). E' una specie molto simile al più comune merlo sia per forma che per dimensioni, ma in realtà appartiene ad una famiglia completamente diversa, quella dei Cinclidi. L'aspetto è tozzo con una coda corta, il colore generale è marrone scuro con eccezione della gola e del petto che sono bianchi (1).

Ama starsene sopra ad un sasso o un tronco elevato in mezzo alla corrente alzando ed abbassando la coda, poi improvvisamente scompare alla vista, tuffandosi nei flutti. Nuota con facilità, aiutandosi con le ali e con i piedi e può rimanere sommerso anche per un pò di tempo. Pare che riesca addirittura a camminare piuttosto bene sott'acqua sul letto dei torrenti (2).

In volo è simile al Martin pescatore, diritto e rapido con frequenti battute d'ala, si sposta lungo il corso delle acque (2) emettendo un trillante "trip trip trip" (1). Il suo canto è piacevole e sommesso e lo fa udire anche nelle belle giornate d'inverno (2).

Prediligie le acque correnti non troppo profonde dove trova le sue prede. Si nutre principalmente di invertebrati di piccole dimensioni. Secondo uno studio (3) pare che vari la sua dieta in relazione alla portata del fiume, infatti in condizioni di magra cattura soprattutto larve di tricotteri appartenenti a vari generi, che costituiscono le sue prede preferite, ninfe di efemerotteri e anfipodi gammaridi. Quando la portata del fiume aumenta la sua dieta è ancora costituita da larve di efemerotteri e larve di ditteri ma anche da prede di origine non-acquatica come ditteri adulti, vermi oligocheti, isopodi e coleotteri. In questa fase, infatti il merlo acquaiolo ha minori possibilità di catturare le sue prede preferite, sia per la maggiore profondita e turbolenza delle acque sia per l'aumento della torbidità che gli impediscono di vedere, così è costretto a scegliere prede di maggiori dimensioni e più energetiche che cattura anche fuori dalle acque, sulle rive del fiume.

La specie, nella nostra regione, è attualmente distribuita in tutti i bacini con acqua corrente del settore alpino e prealpino (1), ma con l'arrivo dei primi freddi si spinge in pianura: bell'esempio di "migrazione verticale". Qualche individuo è infatti regolarmente presente durante l'inverno lungo il Natisone, il Torre e lungo il Meduna (1). Gli avvistamenti nel tratto inferiore del fiume Isonzo appaiono più scarsi. Le recenti osservazioni sono perciò di un certo rilievo anche per il fatto che il soggetto in questione è stato osservato all'interno dei confini della Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo, inoltre, secondo Utmar (comm. pers.) il 22 novembre 2011, nello stesso posto, erano presenti addirittura due esemplari. L'ultimo dato di osservazione del merlo acquaiolo in Riserva risale agli anni '90 (A. Rocco e, prima di lui: S. Paradisi) e finora era considerata una specie accidentale. Staremo a vedere se deciderà di fermarsi per tutto l'inverno elevando così il suo status a quello di svernante, dato importante per l'area protetta!

Nicoletta Perco

  1. Dentesani Bruno, 2011, Uccelli del Friuli venezia Giulia – Immagini, descrizioni, curiosità – percorsi ornitologici alla scoperta dell'avifauna regionale. Editrice CO.EL. Udine.

  2. Arrigoni degli Oddi E., 1929. Ornitologia Italiana.Hoepli ed.

  3. A.J. Taylor & J. O'Halloran (2001): Diet of Dippers Cinclus cinclus during an early winter spate and the possible implications for Dipper populations subjected to climate change, Bird Study, 48:2, 173-179

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