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Avvoltoio monaco tra i grifoni

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L'Avvoltoio monaco ed alcuni grifoni nei pressi del carnaio a Cornino

Il ritorno di Oviedo

Talvolta il nostro gruppo “eterogeneo”di “affiliati” CO.NA . ha notizia di presenze interessanti nelle varie stazioni naturalistiche regionali.

In giugno e in luglio ci è stata segnalata ,daFabio Perco, la presenza, in quel di Cornino, dell’Avvoltoio monaco! Un primo soggetto, privo di anelli o altri contrassegni, era arrivato il 5 maggio di quest’anno e si trattava allora della terza osservazione nota e registrata “da sempre” per la nostra regione, ma la notizia davvero clamorosa consiste nel ritorno di un secondo soggetto, che era già stato “nostro” ospite l’anno scorso.

Si tratta di “Oviedo”, un soggetto nato nelle Cevennes in Francia nel 2010, che era stato presente a Cornino dal maggio all’ottobre del 2011 avendo viaggiato davvero molto!

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Un Capovaccaio si alza in volo

Nell’autunno scorso, infatti, questo soggetto è stato osservato addirittura sui Pirenei e il suo ritorno in Friuli, datato 19 luglio 2012, è pertanto ancor più rilevante.

La presenza di ben due “monaci” è pertanto molto notevole essendo questa specie considerata da tempo estinta come nidificante in Italia. E pure per le sue abitudini riservate e la rarità delle sue apparizioni.

Lo si vedeva a tratti , ma chiaramente. Spiccava il colore bruno brillante del suo piumaggio tra le bianche pietre calcaree del carnaio dove stazionavano un centinaio di grifoni , in giugno, di meno adesso. Usufruiva anche lui del cibo posto là quasi quotidianamente.

L’avvoltoio monaco usa allargare le sue ragguardevoli ali (3 m circa di apertura) mentre banchetta e saltellare , pronto a difendere il suo pasto. Ma questo, almeno per quanto abbiamo potuto vedere noi, si limitava ad aprire le ali, forse allo scopo di assimilare il calore del sole! Anche i due da noi osservati assieme il 24 luglio si spostavano , ogni tanto, e si alzavano in volo ,per poi ritornare sul carnaio o per allontanarsi definitivamente verso i remoti siti di riposo.

Il “Monaco” (Aegypius monachus) si nutre quasi esclusivamente di carogne , preferibilmente di grandi mammiferi, ma a quanto pare non disdegna, occasionalmente, piccoli animali vivi e persino pesci o rettili, differendo in questo dai più numerosi grifoni e dal Gipeto (specializzato in ossa e nel loro midollo!). Si notava chiaramente – negli ingrandimenti delle foto - il capo e il collo quasi nudi con il caratteristico collaretto di piume scure alla base.

Il grande nido di questa specie, di 3 m di diametro, è posto di solito, su un albero contorto, coperto di pelli e rami ,dove la femmina depone un solo uovo – come i grifoni - che si schiuderà dopo 50-60 giorni. Ma nidi ancora in Italia non sono certo visibili, trattandosi di soggetti provenienti dalla lontana Francia, dove questi enormi rapaci sono attualmente oggetto di un recente intervento di reintroduzione.

Questo grande uccello va infatti protetto e tutelato in tutti i casi, poiché, dopo anni di persecuzioni, è ad altissimo rischio di estinzione in gran parte del suo areale.

Improvvisamente ,mentre eravamo tutti intenti a fotografarli o ad osservarli con i binocoli, gli avvoltoi si sono alzati in volo, come del resto fanno quotidianamente (o quasi) dopo l’abbondante pasto. Anche in volo, cercavamo l’avvoltoio monaco, in mezzo ai tanti grifoni, e non era facile! Bisogna saper riconoscere la sua sagoma, le sue ali sfrangiate e dalla forma rettangolare, e distinguere il suo colore scuro, tanto caratteristico della specie.

E’ un vero peccato che un uccello così notevole sia ormai rarissimo da vedersi in Italia! Speriamo che qualche esemplare decida di nidificare da noi, magari invogliato dal carnaio sempre ben rifornito dell’oasi naturalistica del Cornino!

Franco Burian Lissoi

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Un grifone marcato in volo. Foto F. Burian

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