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Si tratta del cosiddetto Luì forestiero (Phylloscopus inornatus), una specie assai raramente segnalata sinora, in Italia, di origini siberiane. Il soggetto era stato notato per primo dal birdwatcher Enrico Pasini in visita nell’area il 14 ottobre scorso. Divulgata la notizia sulla mailing-list della associazione ASTORE (che si occupa di ornitologia) già il giorno successivo l’animale è stato ricontattato da vari altri osservatori che hanno confermato l’eccezionale identificazione.

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Phylloscopus inornatus catturato ed inanellato il 15.10.2014. Foto S. Candotto

L’episodio ha quindi offerto l’opportunità a Silvano Candotto, che in qualità di ornitologo è incaricato dalla Riserva Naturale di eseguire vari monitoraggi faunistici, di catturare il soggetto utilizzando le classiche “reti foschìa” che si impiegano in questi casi.
Appena catturato ed estratto con ogni cura dalla rete, il piccolo animale, del peso di appena qualche grammo, è stato tempestivamente liberato, non senza averlo munito di un minuscolo anellino metallico alla zampa recante un codice in grado di riconoscerne d’ora in poi l’origine a livello internazionale.
Distinguibile con qualche difficoltà da varie specie di cosiddetti “luì” più comuni presenti nella zona (Genere: Phylloscopus – espressione d’origine greca con il generico significato di “frequentatore dei cespugli”) questo uccellino Passeriforme dall’aspetto che molti giudicherebbero insignificante si fa tuttavia notare, alle orecchie ed allo sguardo dell’esperto, per alcune emissioni sonore assai penetranti e per un paio di peculiarità del piumaggio.

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La caratteristica barra alre che assieme al sopracciglio bianco permette l'identificazione della specie. Foto S. Candotto

E’ del resto frequente, negli uccelli di piccole dimensioni, puntare piuttosto sul canto che sull’aspetto per farsi riconoscere più agevolmente dai propri simili.
Il canto frequentemente emesso (se di canto è lecito parlare) e le caratteristiche del piumaggio (sopracciglio e banda alare chiara) non hanno lasciato ulteriori dubbi ed è perciò possibile assegnare a questa importante osservazione il 324mo posto nell’elenco delle specie di uccelli sinora verificate nella riserva naturale e dintorni.
Un record di livello internazionale, se si pensa che l’intera lista degli uccelli osservati in Europa (fatta eccezione per gli esotici fuggiti dalla cattività) supera di poco, all’incirca, le 550 unità.
E’ dunque lecito affermare che nel ristretto territorio della Foce Isonzo, negli anni, ben più della metà degli uccelli in totale presenti in Europa è stata sinora confermata.
Un indiscutibile primato nel campo della biodiversità e della sua conservazione che tuttavia, grazie alla particolare organizzazione delle aree attrezzate della Cona non contrasta, come è noto, con la presenza numerosa di visitatori “umani”, la cui visita è promossa e favorita, per quanto reso possibile dalla particolare conformazione dei luoghi e dagli eventi meteorologici.

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