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Sabato 31 gennaio, in occasione della inaugurazione di tre capannini fotografici, da poco ristrutturati, eravamo in parecchi alla Cona.
Una rapida visita alla “Marinetta” ci aveva confermato la presenza dell’ormai consueto stormo di oche lombardelle (Anser albifrons) che, nonostante le temperature relativamente alte, anche nel presente inverno raggiunge un numero di soggetti ben superiore al migliaio.

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Un raro scatto della specie in volo 

E’ stato però solamente grazie all’infallibile occhio di Silvano Candotto, da anni attivo presso la Riserva Naturale, che abbiamo potuto individuare, nella folla delle vocianti congeneri, due soggetti dall’aspetto anomalo e caratteristico: si tratta dell’Oca lombardella minore (Anser erythropus). Una specie ben distinta, assai rara in Italia e ritenuta a livello comunitario particolarmente meritevole di tutela. Il lunedì successivo (2 febbraio) altri due esperti, Matteo De Luca e Matteo Toller, hanno potuto rivedere i due esemplari documentando fotograficamente la presenza di almeno un terzo.

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Non è facile individuare la specie in mezzo alle congeneri oche lombardelle

La specie di cui si tratta possiede una popolazione nidificante nell’estremo nord dell’Europa valutata in appena 350 coppie all’incirca. Più numerosa appare essere invece la popolazione che si riproduce nelle distanti aree asiatiche della Siberia occidentale, remota zona dalla quale tuttavia, forse, provengono i soggetti recentemente osservati. E’ in realtà dal 2004 che, nel periodo invernale, è stato possibile confermare alla Cona, tutti gli anni, da uno fino ad un massimo di quattro soggetti di questa rarissima specie, globalmente minacciata, assai difficile da riconoscere in natura e in precedenza considerata solamente di comparsa accidentale in Italia. L’ulteriore osservazione appare di grande interesse, in quanto la zona della Foce Isonzo e dintorni si conferma come il principale sito sinora noto di svernamento a livello nazionale per questa “rara avis”.

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Anche quest'anno lo stormo di oche svernanti all'Isola della Cona supera il migliaio

Come si può rilevare dalla preziosa documentazione fotografica la Lombardella minore si distingue dalla normale Lombardella oltre che per le piccole dimensioni, specialmente per l’anello palpebrale di un evidente colore giallo, ma anche per la ridotta misura del becco ed il bianco della fronte esteso fin sopra l’occhio. Tutte caratteristiche assai difficili da riconoscere sul campo e a distanza: un’autentica sfida, dunque, per i birdwatchers maggiormente esperti ed appassionati!

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In quest'immagine potete notare le caratteristiche che permettono di distinguere l'Oca lombardella minore

E’ peraltro interessante ricordare che è stata proprio la presenza di questi enigmatici uccelli ad attrarre l’attenzione, nel lontano 1945 del pittore – ornitologo inglese Sir Peter Scott (figlio del noto esploratore polare) sull’area di Slimbridge all’estuario del fiume Severn. E fu proprio in seguito alle osservazioni là allora condotte dal grande naturalista e, successivamente, da una crescente schiera di seguaci che nacque l’idea di fondare una zona protetta ed una organizzazione (The Wildfowl Trust: prima costola del WWF) dedicata alla conservazione delle aree umide e dei suoi alati abitanti. Una storia di successo, a livello mondiale, che ha portato all’istituzione di una rete di riserve naturali dedicate alla conservazione degli habitat palustri e degli uccelli che, ogni anno, percorrono incessantemente migliaia di chilometri durante le loro fenomenali migrazioni. Una rete alla cui efficienza l’area protetta della Foce Isonzo fornisce un importante contributo.

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"Cugine" a confronto

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Le specie oche pascolano sull'erba e la diversa lunghezza del becco tra le specie permette loro di occupare nicchie ecologiche distinte

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