Il Forapaglie castagnolo, Acrocephalus melanopogon, appartiene alla grande famiglia dei Silvidi, secondo gli autori dei testi in mio possesso ne fanno parte almeno 339 specie mentre a livello del continente europeo si scende a 67 di cui 25 nidificano in Italia.

Peculiari caratteristiche accomunano la maggioranza delle specie dei Silvidi: livree poco appariscenti ma perfettamente adatte per mimetizzarsi con l’ambiente vissuto, dimensioni per lo più inferiori a quelle di un passero, una voce più o meno potente indispensabile per farsi riconoscere all’interno dei biotopi in cui vivono ed una dieta quasi esclusivamente a base di insetti. Una così numerosa famiglia non poteva non essere suddivisa in gruppi omogenei per livrea, habitat ecc. 
I generi della famiglia considerata sono i seguenti: gli Acrocephalus, i Lucustella, gli Hippolais e Iduna ed i Phylloscopus.
Il Forapaglie castagnolo appartiene al genere Acrocephalus. Gli uccelli che ne fanno parte  prediligono come habitat i canneti, hanno una livrea dove il colore marrone declinato in mille sfumature è predominante, hanno comportamento schivo al punto che è più semplice sentirne la presenza che vederli.
In Italia il  Forapaglie castagnolo è sia sedentario, sia  svernante che migratore regolare, la specie è presente con circa 600 – 1000 coppie più o meno il 5% della popolazione europea intesa come “comunitaria”.
Il  suo status di conservazione non è dei migliori al punto che è iscritto nella Lista Rossa Nazionale come specie in pericolo, la Toscana è l’unica regione con una significativa popolazione nidificante, Emilia Romagna, Umbria e Puglia sono le sole altre regioni dove si è accertata la nidificazione nel periodo che va dal 1990 al 2000 mentre in Veneto, Lombardia, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Sicilia non sono state registrate nidificazioni tra il 1996 e il 2000.
In Friuli Venezia Giulia non risultano nidificazioni nel periodo sopra citato e ancor prima 1986 1990 l’Inventario Faunistico Regionale Permanente non ne rileva addirittura la presenza , il Parodi tuttavia ne ipotizza la nidificazione nella parte meridionale della Provincia di Pordenone (1987).
Qualche mese fa un esemplare ha deciso che essere schivo e riservato non gli si confaceva, per giorni , per la gioia di fotografi naturalisti e semplici curiosi, si è messo in bella mostra presso la Riserva Naturale Regionale Valle Canal Novo di Marano Lagunare.
Il palcoscenico prescelto?  Niente meno che il piccolo canneto del laghetto posto tra il casone biglietteria e il casone adibito alle attività didattiche e multimediali. Qui incurante dei numerosi fotografi accorsi da ogni dove (la notizia ha, infatti, presto fatto il giro del web) si è lasciato fotografare sia da solo che in compagnia di altri Silvidi.
Il sottoscritto lo ha fotografato assieme a due Luì piccolo ed un Usignolo di fiume. La disponibilità a farsi osservare manifestata dall’esemplare in questione, ma pure dalle altre due specie presenti, mi fa pensare che la ottimale gestione di una area protetta e  la sua corretta fruizione  si rivelino "conditio sine qua non" per ottenere un tale  risultato indipendentemente dalla “socievolezza” mi si passi il termine di questo o quel pennuto.  
Al pari si può citare il caso del Cavaliere d’Italia che da tempo nidifica tranquillamente ai lati della “camminata sull’acqua” sempre nella Riserva di Valle Canal Novo.

Dedico questo mio breve articolo al caro amico e impareggiabile maestro Fabio Perco recentemente scomparso

Di seguito alcune delle immagini scattate:








BIBLIOGRAFIA

www.uccellidaproteggere.it
Inventario Faunistico Regionale Permanente R.A. FVG
Collins Bird Guide edizione inglese ed italiana
Uccelli d’Italia e d’Europa di C. Perrins ed. De Agostini Collins