Aquila reale all'Isola della Cona

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foto di repertorio G. Vicario

Un'aquila reale esplora la "Bassa"

La presenza dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos), rapace di grandi dimensioni e di norma legato ai rilievi montani, alle foci dell'Isonzo è un evento raro, anche se non tanto ormai come potrebbe apparire.

L'esemplare delle foto, scattate da Fabio Piccolo di Spinea (Venezia), venerdì 28 ottobre, è stato osservato nei pressi della Cona, accompagnato, come si vede, da una comune Poiana (Buteo buteo). Si tratta, nel caso dell’aquila, di un esemplare immaturo, forse nato nel 2010, riconoscibile come tale per gli spazi chiari sotto le ali non troppo estesi e per la grande barra terminale nera alla coda, che contrasta con la base quasi (ma non del tutto) candida.


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foto F. Piccolo

In una immagine si osserva bene il comportamento di "mobbing" della Poiana nei confronti dell'Aquila reale. In tal caso i due animali si trovano quasi alla medesima quota e la differenza di dimensioni, pertanto, appare ridotta. L'espressione "mobbing", è da pochi anni entrata nell'uso comune anche per chi si esprime in lingua italiana e nella giurisprudenza per indicare il disturbo accanito e ripetuto di una o più persone nei confronti di un loro simile (non di rado un collega). In origine tuttavia, l'espressione inglese si utilizzava spesso nel gergo faunistico-venatorio, indicando ad esempio il comportamento di una "folla" (= mob nella lingua d'Albione) di uccelli, di notte possibili prede, che si aggregano attorno a un gufo o a una civetta sorpresi invece all'aperto in pieno giorno quando il predatore non può nuocere.

Comportamenti analoghi sono quelli delle anatre che sembrano "fatalmente" attratte dalla volpe, quando questa si attarda o procede lungo la sponda di uno specchio d'acqua. Fabio Piccolo, autore delle foto e delle osservazioni, attesta che oltre alla Poiana pochi istanti prima anche uno Sparviere aveva manifestato un analogo comportamento. Evidentemente i due rapaci di minori dimensioni sanno di poter facilmente sfuggire alla reazione, in questa particolare situazione, dell'Aquila: più grande, più pesante e, quindi, più impacciata e meno manovriera.

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foto F.Piccolo

l'Aquila reale, un tempo rarissima perchè perseguitata accanitamente, nidifica ora con varie coppie non troppo lontano dalla Foce Isonzo in Slovenia, anche lungo il corso del fiume e nella zona della Selva di Ternova (Trnovski Gozd) e in parecchie aree alpine anche in Italia. E' pertanto possibile che un soggetto abbia deciso di frequentare la "Bassa" alla ricerca di una tra le numerosissime prede possibili esistenti nella Riserva Naturale: dall'esotico Castorino (noto anche come Nutria, termine che però significa esattamente “Lontra” in lingua spagnaola), alla Volpe o magari una lepre, un'oca o, perchè no, uno fra i tanti cigni reali.

Una ulteriore osservazione, probabilmente del medesimo soggetto, era stato già stata effettuata da Silvano Candotto, "manager" della Cona, il 23 ottobre scorso, grosso modo all'altezza dell'ultimo ponte.

La presenza sempre più frequente di questo grande rapace nell'area protetta e nelle zone costiere (e val la pena di ricordare la bella immagine scattat da Glauco Vicario a Marano lagunare nel marzo 2005), garantisce una migliore e più efficiente gestione del patrimonio faunistico ivi esistente, anche sotto il profilo sanitario.

Per inciso, possiamo ricordare che questa araldica specie appare anche nel simbolo che caratterizza la Regione Friuli Venezia Giulia, principale sostenitrice, anche a livello economico (e nonostante i recenti tagli) della Riserva naturale. Il graduale ritorno di questo ed altri grandi rapaci ripropone quanto da anni si è verificato in vaste aree degli Stati Uniti d'America, dove l'Aquila dalla testa bianca o Aquila di mare americana (Haliaeetus leucocephalus - Bald Eagle, in inglese), ritornata in varie zone dove era stata eradicata, è oggi oggetto di severa tutela e grande entusiasmo popolare, figurando fin dal 1782 negli stemmi di quella nazione.

Fabio Perco