Gru che spettacolo!

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di Bruno Dentesani

Viaggio in Extremadura

Le seguenti note sono state ispirate da un viaggio effettuato in Spagna nel mese di febbraio 2010 in compagnia di Chiara, Nicoletta e Fabio Perco.

Durante l’inverno le Gru sono un elemento quasi costante nel paesaggio della Extremadura, costituendo questa regione il principale luogo di svernamento delle popolazioni europee che migrano verso sud-ovest.

La popolazione di svernanti si aggira sull’ordine di 50-70 mila soggetti, distribuiti in nuclei di varia entità nei luoghi più adatti. La specie gode di particolare rispetto in Spagna e diverse associazioni ne hanno compreso la grande valenza ecologica e hanno posto fra i loro scopi la sua protezione e la gestione dei luoghi di sosta e alimentazione. Uno in particolare, situato nei pressi della località di Navalvillar de Pela, il Centro di Moheda Alta, è dedicato interamente alla Gru ed è attrezzato con torri di osservazione, percorsi schermati e pannelli esplicativi. Il centro, ubicato in una delle zone migliori per la presenza di questa specie accoglie nei periodi adatti gruppi di persone e scolaresche che qui possono ammirare uno spettacolo unico.

In questi pressi, dove i luoghi di alimentazione sono situati vicino alle strade più trafficate, essendo abituate al movimento dei veicoli, le gru si fanno osservare da poche decine di metri, mentre nelle zone più isolate esse hanno un comportamento molto più prudente e una ben maggiore distanza di fuga.

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Nella zona meridionale della regione, in provincia di Badajoz, qualche migliaio di questi grandi uccelli frequenta tradizionalmente durante l’inverno la pianura de ”La Serena” e i suoi dintorni. Trattasi di un vasto territorio di steppa pascolata, di stoppie di cereali e di “dehesa” alberata. Soprattutto quest’ ultimo ambiente garantisce loro un ricco nutrimento a base di ghiande. Durante il giorno si possono infatti osservare in questo contesto di foresta aperta sotto le querce tipiche (Quercus ilex e Quercus suber) che costellano il terreno mantenuto pulito dal pascolo degli animali domestici e dall’azione dell’uomo.

Questo vasto territorio è tagliato a metà da una bassa catena montagnosa che va da Ovest a Est partendo dalla località di Castuera per arrivare a Cabeza del Buey: è la Sierra de Tiros che emerge dalla pianura con curiose formazioni rocciose che ricordano il Carso triestino.

Un buon numero di gru fa giornalmente la spola tra le zone meridionali di alimentazione e quelle di riposo notturno situate a nord della sierra, ai margini o sulle isole dei grandi laghi artificiali, nei campi aperti di stoppie di riso e in altri luoghi sicuri.

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I voli si concentrano tradizionalmente in due punti dove nella catena rocciosa si aprono dei varchi: uno è situato ai piedi del pittoresco castello moresco di Almorchòn, l’altro nei pressi del paese di Benquerencia de la Serena in un punto denominato Puerto Mejoral dove esiste un caratteristico osservatorio ornitologico costruito in muratura con pietre del posto.

Arrivando sul posto prima dell’alba, ancora al buio già si sentono in lontananza le voci delle Gru. Molto tempo prima di vederle giunge da lontano il loro richiamo, come di tromba, che attraversando il cielo ancora scuro, preannuncia il loro passaggio.

Poi, ai primi chiarori rosati dell’alba, fissando con gli occhi l’orizzonte sopra la steppa, si scorgono le prime file sottili e ondulanti che da nord si avvicinano. Sono gruppi di decine o di centinaia di uccelli in formazioni che si formano e si sfaldano, si riuniscono in nuclei serrati oppure si dilatano nello spazio. Se un individuo resta isolato si premura velocemente di rimettersi “in riga” attaccandosi al primo “treno” che gli passa vicino, come fanno i ciclisti durante le gare.

Infine i gruppi vocianti attraversano la sierra passando a poca distanza, sopra o di lato del punto di osservazione. Lo spettacolo dura qualche decina di minuti, se la giornata è serena negli ultimi passaggi gli uccelli sono illuminati dal sole radente che li colora di rosa.

Le lunghe file velocemente guadagnano la pianura ondulata meridionale disperdendosi nei querceti ancora avvolti da una bassa foschia.

Alla sera la rappresentazione si ripete, maggiormente diluita nel tempo, nel senso opposto, quando i grandi uccelli riguadagnano il settore dei grandi “embalses” per passarvi la notte.

Un grande spettacolo, da solo vale un viaggio in Extremadura.

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