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Le Isole Orcadi

Se si cerca qualcosa di diametralmente opposto rispetto al traffico delle nostre terre, un'opzione è sicuramente quella di prendere armi e bagagli e saltare su un volo e una nave che portano alle Isole Orcadi (Orkney). Si tratta di 70 isole e isolette, 20 delle quali abitate, a pochi chilometri di mare dalla punta Nord della Scozia.
La principale si chiama semplicemente Mainland (vorrebbe dire “terraferma”, ma va da sé che è una sovrastima), ha 15 mila abitanti e ospita i due centri principali: Kirkwall (8500 abitanti) e Stromness (2200 abitanti). Altri 5 mila abitanti sono più o meno equamente sparpagliati sulle altre isole, e sono dunque personaggi che non sono turbati dall'avere intorno a sé appena qualche centinaio di altri umani in svariati chilometri quadrati di spazio.


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Old man of Hoy visto dal mare - Isola di Hoy

La latitudine, il mare e la corrente del Golfo sono gli artefici di un clima che non ama gli sbalzi di temperatura: d'inverno piove relativamente poco ma spesso (molto spesso...) e raramente va sottozero, d'estate continua a piovere relativamente poco e un po' meno spesso (ma sempre spesso...) e i 20° C di solito restano un miraggio. Oltre che molto verdi, le Orcadi sono terre sorprendentemente fertili e dunque ampiamente pascolate e un po' coltivate (cereali). A Mainland ci sono ben due birrifici, le cui produzioni non mancheranno di soddisfare gli appassionati del settore (sottoscritto e fotografo ivi compresi).

Oltre che di storia (sono abitate da almeno 8500 anni) e di vento, le Orcadi sono ricche di avifauna: il privato con la maggior superficie complessiva di terreni qui risponde al nome di RSPB, e tanto basta per comprendere che la zona è ben frequentata dai volatili.
Le colonie di uccelli marini, non sempre facili da raggiungere, a volte raggiungono densità introvabili altrove, e qui si trovano numeri davvero abbondanti di sterne e mugnaiacci nidificanti, oltre che pulcinella di mare, urie, urie nere, gazze marine, sule, marangoni minori.
Marwick Head (Mainland), l'isola di Hoy, l'isola di Rousay, Noup Head sull'isola di Westray e l'isola di Papa Westray sono i luoghi più noti in zona per gli appassionati di birdwatching.
L'isola di North Ronaldsay meriterebbe un discorso a parte perché, quasi come Fair Isle alle Shetland (dalla quale dista solo una cinquantina di chilometri di mare), è nota per la ricchezza di migratori che finiscono per farci sosta ed è piuttosto impegnativa da raggiungere.
Noi, che avevamo appena quattro giorni a disposizione, abbiamo dovuto fare delle scelte, cercando un compromesso tra desideri avifaunistici e praticabilità della cosa, specialmente in termini di tempo, e senza dimenticare che le Orcadi sono comunque una terra che val la pena di godersi in ogni parte, più a cavallo di una bici che in attesa alla fermata dell'autobus, a prescindere da quanto lontano si arriva.
NOTA: Pur se con numeri ancora minuscoli (32 segnalazioni di maschio cantante per il 2012, fonte RSPB), alle Orcadi è presente anche il quasi invisibile re di quaglie; è così elusivo che l'uomo incaricato di segnare i maschi in canto non è riuscito a vederne uno in tutta la stagione...

Da Scrabster a Stromness (in nave)

E' la traversata dalla punta Nord della Scozia al secondo centro delle Orcadi e dura un paio d'ore. Già nei pressi del porto di partenza si vedevano famigliole di edredoni e urie nere in discreta quantità, e per chi viene da Sud è un ottimo inizio. Mentre costeggiavamo l'isola di Hoy, i fulmari hanno cominciato a viaggiare insieme a noi e di tanto in tanto si faceva vedere qualche sula.
L'isola, tra le altre cose, è famosa per l'Old Man of Hoy, un pinnacolo di roccia staccato dalla costa alto 300 metri: non è l'unico, ma è decisamente il più alto.
In acqua abbiamo visto urie, gazze marine e gabbiani di varia umanità: come tutte le traversate marine, può poi riservare gradite sorprese come specie inattese, uno squalo elefante o qualche cetaceo.
La colonna sonora, partita già all'uscita della cittadina, è stata il ripetuto grido d'allarme (o di segnalazione, piuttosto) delle beccacce di mare: come se non bastasse il loro grande becco arancione a renderle evidenti, tanto sui pali quanto in mezzo ai prati, ci pensano loro a far sapere al mondo intero che stanno là. La variazione sul tema, specialmente vicino alle zone umide, è l'altrettanto ripetuto canto del chiurlo: a volte forse ancor più forte, sicuramente più gorgheggiato, accompagna il suo volo intorno alle teste dei passanti.
Tra campi e pascoli, tra beccacce di mare e chiurli siamo arrivati alla scogliera di Yesnaby, aspra e ventosa, dove il mare si infila tra le insenature e scava la roccia. Nell'aria, voli di sterne artiche.
Siamo saliti al villaggio neolitico di Skara Brae, con 5000 anni di storia alle spalle, per poi prendere la strada che torna a Sud-Ovest passando tra i laghi di Harray e Stenness. Proprio qui, dove i laghi quasi si toccano, si trova il Ring of Brodgar: un cerchio di pietre preistorico (probabilmente del 2500 a.C.) molto vasto. Una delle 27 pietre è stata curiosamente segata in due di netto da un fulmine.
Alla fine del lago di Stenness, dove si svolta a sinistra per tornare a Stromness, si trovano altre pietre: le Standing Stones of Stenness, anch'esse osservatrici degli ultimi 4000 anni di storia e parte del patrimonio UNESCO. Da lì, l'ultimo strappo in salita per varcare la collina che nasconde Stromness, la discesa verso la cittadina e la riconsegna delle bici al proprietario (che a dire la verità, non era ancora rientrato) dopo una quarantina di chilometri di pedalata.

Da Stromness a Yesnaby e ritorno (in bicicletta)

Giunti a Stromness abbiamo inforcato un paio di biciclette (interessante la modalità di prelievo: un bigliettino lasciato dal proprietario diceva: “Sono fuori fino a stasera alle 8, prendete la bici che preferite e lasciatemi i soldi nella cassetta delle lettere. Nel capanno ci sono altre bici”) e siamo partiti alla scoperta delle Orcadi.

Rousay (Trumland Reserve e giro dell'isola)

Arrivati all'isola di Rousay nel primo pomeriggio, abbiamo scaricato i bagagli e preso il sentiero della riserva naturale di Trumland, gestita dall'RSPB. Per le cartine e per le guide l'isola è relativamente piatta, ma questo lo può dire solo chi guarda la cartina o chi scrive la guida; noi, invece, arrivati in cima alla prima collina relativamente sudati, abbiamo deciso che il sentiero saliva relativamente ripido. La vista, però, era decisamente spettacolare, complice la splendida giornata: dalla vetta posta a 240 metri si dominava non solo l'isola intera, ma anche buona parte delle Orcadi vicine e lontane. Si dice che nei giorni più limpidi si arrivi a vedere la sagoma di Fair Isle.
Le foto rendono bene l'idea di un tipo di panorama poco consueto, visto che per noi è abbastanza impensabile salire su una collina e godere di una vista priva di case, costruzioni varie o segni di barbara umanità.
La brughiera e la torbiera circostanti ospitano smeriglio, gufo di palude, albanella reale e piviere dorato, ma su questi fronti per noi nulla da segnalare. Abbiamo invece visto due strolaghe minori in coppia, pur da lontano per non disturbarle: avevano il nido con i piccoli e il sentiero che si accostava al lago era chiuso (o meglio, un semplice cartello chiedeva di non andare oltre: da queste parti basta). Presenti anche molte allodole, pronte a piroettarsi in cielo e scomparire in orbita, pur segnalate dal loro canto forte e persistente.
Il giorno dopo il cielo si era tinto di grigio ventoso, e per fare il periplo dell'isola tra bicicletta e piedi abbiamo scelto la seconda opzione, più praticabile in caso di pioggia. Per chi ha voglia di emulare l'azione, occhio alle gavine che nidificano giusto accanto alla strada per un tratto: la minaccia viene dal cielo, e anche ai timpani viene riservato un trattamento speciale.
Mill Dam ospita varie anatre (codone, moretta, fischione, mestolone, germano reale...), pettegole, oche grigie, cigni reali (selvatici solo d'inverno) – il tutto comodamente visibile dal capanno, dotato di cannocchiali, binocoli e schede di riconoscimento.
A un paio di chilometri da qui abbiamo raggiunto il Vasa Loch, separato dal mare da una sottile striscia di spiaggia di ciottoli (la cosa prende il nome di ayre). Qui abbiamo raggiunto un piccolo capanno di osservazione (stando alla larga dalle sterne artiche nidificanti per non disturbare), dotato di numerosi storni sul tetto e con vista su beccaccini, beccacce di mare, pettegole e gavine varie.
La strada non si allontana quasi mai dalla costa e il panorama resta sempre piacevole, anche se il grigiore generalizzato tendeva a renderlo abbastanza uniforme. Giunti alla punta Nord-ovest del percorso (Wasbister) ci siamo concessi una divagazione via campi per arrivare alle scogliere: sule di passaggio sul mare, labbi e stercorari, sterne artiche e un beccaccino nascosto nel prato che devo aver involontariamente terrorizzato (terrore abbondantemente restituito al momento del suo decollo frullante).

Da qui in poi il racconto lascia spazio alla leggenda, visto che il cielo ha cominciato a spruzzare gocce sottili, insistenti e pungenti, e che la salita verso la parte più elevata della costa Nord di Rousay, isola relativamente piatta, è relativamente breve ma ha una pendenza del 10%.
In tutto, 25 km di periplo per una giornata d'aria fresca che ritempra lo spirito.

Shapinsay

Shapinsay è verde e fertile. Ci si arriva con 20 comodi minuti di traghetto da Kirkwall e si viene accolti dal castello di Balfour (il castello-hotel più a Nord del mondo, se può interessare), del XVI secolo; noi, inoltre, siamo stati accolti da scrosci di pioggia occasionali, mai troppo intensi ma a volte insistenti. Nel corso di uno di questi ci ha dato riparo il capanno di osservazione della riserva RSPB di Mill Dam, da cui si dominano il lago sottostante e l'area umida che lo circonda.
In mare, anche una coppia di strolaghe (ahinoi, non meglio identificate).
Altro giro altro ayre (anzi due, uno non ancora completo), nel golfo che occupa buona parte della costa Nord dell'isola ci sono The Ouse e Lairo Water: zone ottime per i limicoli, per osservare il mare e gli uccelli pelagici di passaggio. Complici il cielo poco clemente e l'orario del traghetto non ci siamo soffermati qui a lungo, percorrendo per tornare le stradine a volte sterrate di campagna circondati da un continuo, allegro chiurlare, sempre in competizione con il pi-piu ripetuto delle beccacce di mare.
Quela sera, la luce rosata del lungo tramonto ci ha accompagnato per le strade di Kirkwall fino a uno spettacolare cheeseburger di carne e formaggio locali. Aiutati da un paio di pinte di Real Ale, nella mente vagavano ricordi delle Orcadi e pensieri sulla nave che di lì a poco ci avrebbe accompagnato ancor più a Nord, fino alle Shetland.

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Vista sul Lago di Stennes - Mainland

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Pascoli e nuvole - Mainland

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Ovini, bovini e beccaccia di mare - Mainland

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Scogliera di Yesnaby - Mainland

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Ring of Brodgar - Mainland

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Pietra del Ring of Brodgar colpita e divisa da un fulmine

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Panorama dalla Riserva di Trumland - Isola di Rousay

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Panorama dalla Riserva di Trumland - Isola di Rousay

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Relax Isola di Rousay

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Giro dell'Isola - Isola di Rousay

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Foche e beccaccie di mare - Wabmister, Isola di Rousay

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Sula - Wasbister, Isola di Rousay

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Osservazioni dal capanno - Riserva di dam Mill, Isola di Shapinsay. T. Bisol

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Tra verde e oro - Isola di Shapinsay. T. Bisol

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Beccaccia di mare - Vasa Loch, Isola di Shapinsay

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Beccaccino - Vasa Loch, Isola di Shapinsay

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Punti di vista - Isola di Shapinsay

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