Articoli Riserva

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Numerose ipotesi sono state formulate per spiegare l’origine del titolo della famosa opera di Marco Polo (1254 – 1324) che, come è noto, racconta le varie peripezie dell’autore nel corso dei suoi lunghi viaggi e della permanenza nella attuale Cina.

Domenica 17 maggio 2018 mi trovavo nei boschi della Val Canale con l’intento di raggiungere una altana (postazione di caccia costruita ad una certa altezza dal suolo)  con l’intento di fotografare qualche ungulato.


Il Picchio rosso minore (Dryobates minor già Dendrocopos minor) è il più piccolo rappresentante della famiglia dei Picidi europei, la lunghezza del corpo è di appena 14 – 16,5 cm un nanetto se confrontato con le taglie delle altre specie.
In Italia la specie è presente , escluse le isole, su quasi tutto il territorio continentale, però a dar retta a certa bibliografia - cartografia che ho consultato sembra essere assente nel Salento e nel Nord-Est ad eccezione dell’Alto Adige.
Frequenta boschi decidui, vecchi frutteti, boschi ripariali, si ciba in prevalenza di insetti ma non disdegna bacche e altri vegetali.
Nella nostra regione, che stando a quanto sopra non dovrebbe annoverare la specie tra quelle continuativamente presenti sul territorio, le cose non stanno proprio in questi termini.


La laguna di Grado e Marano nei millenni è cambiata molte volte nella sua conformazione fisica e idrologica, variando secondo il regime idrico e delle portate solide (sabbia, piccoli ciotoli) dei fiumi e dei corsi d’acqua che vi si immettevano e negli ultimi secoli a seguito degli interventi umani di canalizzazione e bonifica. Noi oggi chiamiamo questo sistema lagunare, costituito dalle foci dei fiumi, dalle barene, dal cordone insulare che racchiude le acque più settentrionali del Mediterraneo laguna di Marano e Grado, ma sarebbe più corretto definirla laguna di Aquileia, o aquilegense.

L’ ordine dei  Charadriformes si compone, secondo alcuni autori, di ben 16 famiglie e vi appartengono non meno di 316 specie a livello globale.
I limicoli sono così chiamati  per l’ambiente frequentato, ovvero zone umide e fangose e per il fatto che si alimentano, a seconda della lunghezza del becco e delle zampe,  spostandosi qua e là in acqua o nel fango prendendo il cibo dalla superficie acquea  o a varia profondità nei detti elementi.



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